Itinerari marcucciani
Luoghi significativi della vita di mons. Francesco Antonio Marcucci ad Ascoli Piceno, nel Piceno, a Roma e nelle Marche.
1 Cattedrale di S. Emidio
La famiglia Marcucci sin dal 1641 aveva la cappellania dell’altare nel lato sinistro del transetto della Cattedrale di Ascoli dove si trovava la statua della Madonna di Loreto, ora conservata al Museo Diocesano. Qui Marcucci, il 26 maggio 1736, ricevette dal vescovo mons. Tommaso Marana gli ordini minori dell’ostiariato, lettorato, esorcistato e accolitato e l’11 giugno 1740, vigilia di Pentecoste, venne consacrato diacono nella cripta.
2 Palazzo Vescovile, Museo Diocesano e Cappella
L’anello imperiale è conservato nel Museo Diocesano ed adorna il Braccio di S. Emidio, capolavoro di oreficeria del ‘400 realizzato da Pietro Vannini. Mons. Marcucci lo dona, come lui stesso scrive, “al glorioso martire Sant’Emidio, primo vescovo e principale protettore di questa mia patria di Ascoli per contestargli la mia sincera, tenera devozione e gratitudine”. Lo aveva ricevuto dall’Imperatore d’Austria Giuseppe II il 19 aprile 1782, a ricordo della sua visita con papa Pio VI. Nell’antica Cappella del Palazzo, che si trova sempre al primo piano nell’altra ala dove risiede il vescovo, il 25 febbraio 1741 il giovane Francesco Antonio fu ordinato sacerdote.
3 Palazzo Vescovile, Archivio Diocesano
Al pian terreno del Palazzo Vescovile ha sede l’Archivio Diocesano, dove è conservato il ricco Fondo librario della Biblioteca Marcucci che egli elargì al Capitolo il 10 marzo 1790 con lo stesso atto notarile con il quale donava il prezioso anello imperiale. Sono opere di autori latini e greci come Seneca, Tito Livio e Aristotele, di Sacra Scrittura, Storia ecclesiastica, Teologia morale, Diritto e spiritualità. Molti testi sono arricchiti con note autografe e notizie di mons. Marcucci. Risultano interessanti i volumi Lamindo Pritaneo (pseudonimo di Ludovico Antonio Muratori), postillati da Marcucci con lo pseudonimo di Faminio Dicanori di Ascoli. Tra i volumi dedicati a mons. Marcucci, si evidenzia Il saggio sopra la bellezza di Giuseppe Spalletti che encomia per le sue alte qualità religiose e culturali il ‘degnissimo vicegerente… insigne per dolcezza di tratto, affabilità e benevolenza’.
5 Palazzo della Provincia, ex Convento dei Padri di S. Filippo
Gli Oratoriani di S. Filippo Neri avevano costruito ad Ascoli il loro monastero nel sec. XVIII. La chiesa fu smantellata nel 1902 e l’edificio del convento divenne sede della Provincia e della Prefettura. Il giovane Marcucci frequentò la scuola dei Filippini e sua prima guida spirituale fu padre Giuseppe Sardi che lo educò alla conoscenza e all’amore di S. Francesco di Sales.
6 Casa Marcucci, con ingresso in via Antonio Vipera
Fu l’abitazione della famiglia Marcucci fin dalla fine del ‘500 e comprendeva lo spazio tra via Vipera, Corso Mazzini e l’attuale Corso Trieste. Qui visse il giovane Marcucci insieme ai suoi genitori Giovanna Battista Gigli e Leopoldo Marcucci, agli zii Francesca Gastaldi e Domenico Antonio Marcucci ed alla nonna Dioclezia Soderini.
7 Chiesa di S. Francesco
Luogo molto frequentato dalla famiglia Marcucci. In detta chiesa il nonno del Fondatore, Francesco Antonio, era membro della Confraternita del SS.mo Sacramento. Mons. Marcucci da ragazzo frequentò qui la scuola di filosofia e gli fu maestro Fra Lorenzo Ganganelli, il futuro papa Clemente XIV, dal quale fu introdotto alla conoscenza del mistero dell’Immacolata Concezione di Maria e al suo amore per Lei.
8 Chiesa di S. Venanzio e Collegio dei Padri Gesuiti
Il giovane Marcucci frequentò la scuola dei Gesuiti ad Ascoli e ascoltò nella loro chiesa varie predicazioni che lo aiutarono a diventare presto missionario. Qui ebbe il suo primo confessore, a noi sconosciuto, che lo consigliò di diventare sacerdote piuttosto che religioso di S. Francesco di Paola.
9 Chiesa di S. Agostino, tavola della Madonna della Pace
Davanti a questa immagine mons. Marcucci trascorreva lunghe ore di preghiera il sabato, specie negli ultimi anni di vita. L’effigie è venerata sotto il titolo di Madonna della Pace perché verso la fine del Quattrocento sospinse alla riconciliazione due fazioni cittadine dette della Marina e della Montagna, mediante un misterioso suono delle campane. All’intercessione della Madonna della Pace si deve la cessazione del tremendo morbo colerico che nel 1855 mieteva vittime in Ascoli, come è ricordato dall’iscrizione a lettere d’oro sulla base della tavola.
11 Chiesa di S. Giacomo Apostolo, parrocchia delle Concezioniste
Il 25 luglio 1735, festa di S. Giacomo Apostolo, il non ancora diciottenne Marcucci fece il voto di castità a Dio nella stessa chiesa dove nel settembre 1625 si erano sposati i suoi nonni paterni: Francesco Antonio Marcucci e Dioclezia Soderini. La chiesa di S. Giacomo accolse le suore Concezioniste e le loro alunne durante i primi sette anni della Fondazione, quando ancora la Congregazione non aveva una cappella interna.
12 Chiesa di S. Pietro Martire e convento dei Domenicani
Il giovane Marcucci frequentò anche il prestigioso studio con scuola di Teologia che aveva sede nel convento dei Padri Domenicani. Nella chiesa, più tardi, egli predicò varie volte. L’Ordine dei Domenicani – assieme a quelli dei Gesuiti, Filippini e Francescani – fu soppresso nel 1866 dopo l’Unità d’Italia ed il loro convento fu adibito a scuola pubblica.
13 Chiesa dei SS. Vincenzo ed Anastasio
Qui l’8 dicembre 1744 furono benedette le prime quattro suore della nuova Congregazione. Poi, seguite dalla folla commossa, esse raggiunsero in processione l’Istituto dove il Fondatore dette le chiavi a suor Maria Tecla Relucenti dichiarandola superiora. A quei tempi nella chiesa di SS. Vincenzo e Anastasio si trovava un altare dedicato all’Immacolata Concezione ed era priore uno zio di madre Tecla.
14 Chiesa di S. Maria Intervineas
Era la parrocchia della famiglia Marcucci dove si sposarono i suoi genitori i primi di marzo 1717. Nella chiesa pregò e predicò il giovane Francesco Antonio e qui furono fatti i funerali dei suoi familiari che vennero però sepolti nella chiesa di S. Antonio dei Padri Minori Francescani a Campo Parignano, oggi dedicata ai SS. Pietro e Paolo.
15 Palazzo Parisani in contrada delle Canterine
In occasione della missione al Popolo, predicata ad Ascoli da S. Leonardo da Porto Maurizio nell’aprile 1739, il giovane Marcucci, “per più attendere a Dio e al pensiero dell’Anima mia”, ottenne dalla signora Ludovica Parisani, con cui aveva “gran confidenza di spirito”, di poter abitare per tutto il tempo della missione nel casino del suo grande giardino in contrada delle Canterine, oggi non più esistente.
16 Chiesa di S. Antonio Abate, oggi parrocchia dei SS. Pietro e Paolo
Qui il 13 luglio 1769 fu sepolto il padre del Servo di Dio, avvocato Leopoldo Marcucci, insieme a molti altri familiari. Nell’ultimo testamento del 1796 mons. Marcucci dispose che alla sua morte sei Padri Minori Riformati del convento di S. Antonio Abate assistessero, come fu fatto, alla santa Messa del suo funerale “giacché – dice – io mi glorio di essere un Vescovo ascritto al Terz’Ordine del Serafico San Francesco, di cui porto il Nome”. Nel 1781 mons. Marcucci donò alla comunità un calice in argento fuso e sbalzato come segno della sua devozione e gratitudine. Alla base di esso si legge: “F.(rancesco) A.(ntonio) M.(arcucci) D.(ella) I.(mmacolata) C.(oncezione) Viceg.(erente) di Roma Ab.(ate) di S. Ant.(onio) 1781”. Attualmente il calice è esposto nella biblioteca del convento francescano attiguo alla parrocchia del Cuore Immacolato di Maria.
17 Ponte sul torrente Chiaro
Nel 1738, a venti anni, Francesco Antonio ottenne dal Vescovo il permesso di predicare la prima missione ad Appignano. Per non farsi vedere dai suoi familiari, indossò gli abiti da missionario a casa di Tecla Relucenti che lo fece accompagnare da suo fratello don Emidio fino al ponte sul torrente Chiaro. Da lì Marcucci proseguì da solo il viaggio a piedi verso Appignano.
18 Chiesa di S. Marcello Papa, pittura absidale
La chiesa, situata nel quartiere del Pennile di sotto, è stata consacrata il 18 marzo 1967 a ricordo del Giubileo sacerdotale del vescovo mons. Marcello Morgante ed è dedicata a S. Marcello Papa che, secondo la tradizione, nominò S. Emidio primo Vescovo di Ascoli. Il ciclo pittorico, realizzato dall’artista Fausto di Flavio nel 1996, armonizza la finalità dell’educazione spirituale dei fedeli con l’originalità espressiva. Nella parte destra dell’abside, tra i santi della Diocesi, è ritratto mons. Marcucci nell’atteggiamento di educare.
19 Piazza Immacolata
Il 15 novembre 1964 il Vescovo di Ascoli Marcello Morgante ed il vescovo di Fatima Giovanni Pereira Venancio inaugurarono il monumento all’Immacolata nella piazza omonima. Sopra l’alta colonna di cemento è posta la statua della Madonna realizzata in bronzo dorato dall’artista Angelo Bianchini. Dietro la chiesa di S. Maria Goretti si trova l’altra comunità delle Concezioniste con scuola superiore e pensionato, aperta nel 1970 e dedicata a Madre Tecla Relucenti.
1 Force, casa natale e chiesa di S. Paolo
Francesco Antonio Marcucci nacque il 27 novembre 1717 a Force, paese dell’entroterra ascolano a quasi 700 m. di quota, dove i Marcucci avevano amici e probabilmente anche possedimenti. Il bimbo fu battezzato il giorno stesso della sua nascita nella chiesa dedicata a S. Paolo Apostolo. La Collegiata di S. Paolo, antica chiesa farfense della quale rimane solo l’abside romanica del XII secolo, sorge nella parte più alta di Force. In località S. Giovanni, così denominata per la chiesetta omonima, esiste tuttora l’abitazione dove nacque il Servo di Dio, indicata dagli abitanti della zona come “il palazzo”.
2 Montedinove, chiesa parrocchiale di S. Lorenzo
Qui, il 10 giugno 1725 solennità di Pentecoste, Marcucci, insieme ad altre 120 persone, ricevette nella chiesa di S. Lorenzo il Sacramento della Cresima, amministrato dal vescovo di Montalto mons. Lucantonio Accoramboni; gli fece da padrino lo zio Domenico Antonio. La chiesa fu poi interamente ricostruita negli anni 1786-1797 su progetto dell’architetto Pietro Maggi.
3 Montalto Marche, Cattedrale, Episcopio e Museo Diocesano
Localizzata nella zona collinare a nord-est di Ascoli, la cittadina di Montalto nel 1770 contava circa 1000 abitanti. La Diocesi di Montalto fu costituita da papa Sisto V per onorare la sua terra natale. Egli ampliò la cittadina e fece costruire una nuova cattedrale dedicata all’Assunta oltre a quella più antica intitolata alla Madonna SS.ma della Misericordia; mons. Marcucci predicò varie volte in entrambe. Il Palazzo Vescovile sorge nella parte più alta del paese da dove si scorge un suggestivo ed ampio panorama. Da questa residenza il 20 aprile 1771 Marcucci scrive ad una suora Pia Operaia: “Qualora apro la mia finestra, veggo San Marco vostro, che mi sta a sinistra, e là alzo la mano, e benedico le mie figlie, che gli abitano sotto. State allegra”. L’ex Palazzo Apostolico, fatto costruire da Sisto V nel 1587 di fronte alla nuova cattedrale ad uso del Seminario, oggi ospita il Museo Diocesano dove sono esposti il ritratto di Marcucci in abiti vescovili e una sua pianeta in seta bianca, ricamata a colori con motivi floreali.
4 S. Benedetto del Tronto, Cattedrale e Comunità delle Concezioniste
Il 2 gennaio 1994 nella nuova cattedrale della Marina a S. Benedetto è stato inaugurato il ciclo pittorico dell’abside realizzato da padre Ugolino da Belluno e commissionato dal vescovo mons. Giuseppe Chiaretti il quale, tra le raffigurazioni dei santi della Diocesi, ha voluto quella del suo predecessore, il Servo di Dio Francesco Antonio Marcucci. In città sono presenti due Comunità: una vicino alla Cattedrale, con una scuola d’infanzia molto ferquentata, l’altra vicino all’Ospedale Civile, con Pensionato, scuola d’infanzia ed elementare.
5 Appignano del Tronto, chiesa di SS. Gioacchino ed Anna
Dal 27 gennaio al 2 febbraio 1738 Marcucci predicò ad Appignano la prima missione al popolo, assistito dal parroco del paese, don Michele Ferri, con il quale aveva stretto una fraterna amicizia. La predicazione riuscì molto bene e gli offrì l’opportunità di conoscere due giovani particolarmente devote, Caterina Silvestri ed Elisabetta Peroni, che aderirono al progetto della nuova fondazione. L’8 dicembre dello stesso anno, Marcucci scrisse Il Carnevale santificato per proporre un’alternativa spirituale ai pericoli di quella festa. Ad Appignano c’è la tenuta che mons. Marcucci ereditò da suo padre e che donò alle suore perché potessero trascorrervi alcuni periodi di studio e di riposo. Nel 1776 con il permesso del papa Pio VI vi fece costruire una chiesetta dedicata ai santi Gioacchino ed Anna dove si ritirava a volte in preghiera.
6 Montesanto, Abbazia di S. Maria
L’abbazia benedettina di S. Maria di Monte Santo fu fondata intorno al Mille. Cessata la conventualità benedettina, papa Sisto V, il 15 maggio 1588, l’assegnò a mons. P. Emilio Giovannini, primo vescovo della Diocesi di Montalto. Ai tempi di mons. Marcucci Montesanto era parrocchia e apparteneva al Regno di Napoli che tentava continuamente di riappropriarsi del territorio. Mons. Marcucci cercò di difenderlo usando le sue capacità diplomatiche, visitò più volte queste zone, amministrò il sacramento della Cresima e predicò la Parola del Signore, ma a sua insaputa, con sentenza dell’8 agosto 1797, la Badia di Montesanto passò con tutte le sue dipendenze alla Real Corona di Napoli.
1 Macerata, Episcopio e convento dei Padri cappuccini
Il 26 aprile 1739 il giovane Marcucci insieme a don Giulio De Brandis accompagnò a piedi S. Leonardo da Porto Maurizio da Ascoli fino a Macerata, dove avrebbe predicato un’altra missione. La prima notte i due ascolani dormirono nel Palazzo Vescovile, ospiti di mons. Ignazio Stelluti, già governatore di Ascoli, che suo padre Leopoldo aveva informato per lettera dell’arrivo del figlio. Nei rimanenti nove giorni della missione Marcucci pernottò presso il convento dei Padri Cappuccini della città.
2 Treia, città di Giovanna Battista Mitarelli
In occasione della permanenza a Macerata nell’aprile 1739, Marcucci tentò di far visita alla signora Giovanna Battista Mitarelli (1671-1752) che abitava a Montecchio, oggi Treia, ma non gli fu possibile vederla. La considerava “prima mia sorella spirituale, Madrona di gran discernimento e di gran credito in bontà e saviezza”; con essa intratteneva da alcuni mesi una corrispondenza epistolare, da cui traeva consigli, incoraggiamenti e preghiere, specialmente a riguardo della fondazione delle Pie Operaie. Della corrispondenza durata circa due anni e mezzo non è rimasta traccia. Nel sotterraneo della Cattedrale di Treia, si trova la lapide tombale della famiglia Mitarelli.
3 Loreto, Basilica e Museo
E’ il santuario mariano per eccellenza conservando al suo interno la Santa Casa di Nazareth, coperta da una cupola realizzata nel sec. XV ed affrescata dal Pomarancio nel sec. XVII. Successivamente Cesare Maccari dal 1890 al 1907 dipinse la calotta con figurazioni delle Litanie Lauretane e le pareti del tamburo con scene della Storia del Dogma dell’Immacolata, ciclo pittorico considerato il più significativo esempio dell’arte sacra in Europa di quel periodo. Sono da vedere: la vetrata di Francesco Moretti con il trionfo dell’Immacolata nella Cappella Tedesca dell’abside, la cappella laterale dell’Immacolata con il mosaico copia di un dipinto di Carlo Maratti (1625-1713), e la cappella accanto dedicata ai SS. Emidio e Carlo Borromeo, con pala d’altare copia in mosaico di un dipinto di Antonio von Marron (1731-1808). Altre due importanti pale, in passato esposte nell’altare dell’Immacolata, sono conservate nel Museo-Pinacoteca presso il Palazzo Apostolico: l’Immacolata Concezione tra Santi e Profeti, eseguita ante 1587 da Filippo Bellini e la Madonna Immacolata e San Gaetano Thiene col Bambino dipinta da Giuseppe Maria Crespi nel periodo 1765-69. Mons. Marcucci si recò varie volte a Loreto: la prima nel settembre 1735, “a piedi con abito di pellegrino insieme con due compagni”, per affidare alla Vergine Santa il desiderio di diventare sacerdote; la seconda il 19 giugno 1770 durante il viaggio per Roma, prima di essere consacrato Vescovo; infine l’8 giugno 1782, di ritorno da Vienna con papa Pio VI.
4 Sirolo-Numana
Sirolo fu una delle tappe del pellegrinaggio a piedi che il giovane Francesco Antonio intraprese nel settembre 1735, dove si recò per venerare il S. Crocifisso, opera lignea policroma del sec. XIII-XIV. Oggi esso si trova nel Santuario del Crocifisso nella vicina Numana. Da Sirolo, Marcucci si recò al “Monte di Ancona”, cioè il Conero, dove raggiunse i “devotissimi padri Camaldolesi con gran contento del suo spirito” presso la Badia di S. Pietro e, da qui, proseguì il viaggio per Ancona, Osimo, Recanati, e – come scrisse nella Istoria delle sante missioni – “da mano in mano in altri luoghi, viaggiando per dodici giorni quasi continui”.
5 Jesi-Ancona
A Jesi, presso il Museo Diocesano, è conservata la pala Immacolata Concezione con S. Francesco e S. Giuseppe dipinta nel sec. XVII da Antonino Sarti che riprende come modello la tavola dipinta nel 1492 da Carlo Crivelli per la chiesa di S. Francesco di Pergola, oggi alla National Gallery di Londra. Nella Pinacoteca civica di Ancona si trovano l’Immacolata Concezione dipinta dal Guercino nel 1656 e La proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione, bozzetto predisposto nel 1856 da Francesco Podesti in vista della realizzazione della Stanza dell’Immacolata in Vaticano a ricordo della proclamazione del Dogma.
6 Senigallia, Museo Pio IX
E’ ubicato nel cuore del centro storico di Senigallia, al primo piano del palazzo abitato dai Mastai fin dal 1557. Aperto nel 1892 in occasione del I centenario della nascita del Papa e riaperto nel 2003 a tre anni dalla Beatificazione, il museo rientra nella tipologia della “Casa Museo” e presenta l’arredo originale della famiglia Mastai Ferretti. La visita si snoda in dieci sale iniziando dal Salone di ricevimento. Seguono alcune stanze che prendono il nome dal materiale esposto: la Sala dell’amnistia, la Stanza degli autografi, la Sala del medagliere, ex salotto di casa Mastai, la Stanza natale di Pio IX, dove il papa nacque il 13 maggio 1792, e la Stanza dei cimeli dove sono raccolti numerosi documenti della vita e del pontificato di Pio IX ed il modellino in scala della colonna dell’Immacolata di piazza di Spagna; infine, la Cappellina gentilizia.
7 Pesaro-Urbino
Un buon numero di dipinti, importanti per la conoscenza dell’iconografia dell’Immacolata nel ‘500, sono visibili in provincia di Pesaro-Urbino: a Cartoceto, nel convento di S. Maria del Soccorso, l’Immacolata Concezione con l’incontro di Gioacchino e Anna di Bartolomeo e Pompeo Morganti; a Mercatello sul Metauro, nella Pieve Collegiata, l’Immacolata Concezione dipinta attorno al 1556 da Raffaellino del Colle; ad Urbino nella Galleria Nazionale delle Marche, proveniente dall’altare della Compagnia della Concezione situato nella chiesa di S. Francesco di Urbino, l’Immacolata Concezione dipinta da Federico Barocci attorno al 1575; ad Urbania nella chiesa di S. Francesco, l’Immacolata Concezione eseguita da Giorgio Picchi nel 1582 per l’altare della Concezione; a S. Angelo in Vado, presso il Santuario della Madonna delle Grazie (già chiesa di S. Francesco) l’Immacolata Concezione dipinta da Federico Zuccari prima del 1592.
1 Palazzo della Vicegerenza a Piazza Colonna
Il Palazzo della Vicegerenza, oggi sede del giornale Il Tempo, fu costruito nel 1659 come residenza dei Ludovisi. Fu modificato da Innocenzo XII (1691-1700) che lo donò all’Ospizio di San Michele. L’edificio ospitò al primo piano la sede del Vicegerente del Vicario di Roma e al pian terreno gli uffici dei quattro Notai di Camera e dell’Archivio Urbano. Gregorio XVI nel 1838 portò a termine i lavori di restauro inserendo un portico di 12 colonne ioniche scanalate. Nel 1876 l’edificio fu acquistato dal banchiere Wedekind che lo fece rinnovare radicalmente. Mons. Marcucci vi andò ad abitare il 2 marzo 1774 risiedendovi fino alle dimissioni dalla carica di Vicegerente avvenute nel 1786. Qui fondò l’Accademia Scritturale dell’Immacolata Concezione a cui partecipavano regolarmente dotte personalità per discutere argomenti scritturali e teologici.
2 Oratorio detto del Padre Caravita, presso la chiesa di S. Ignazio
L’Oratorio attiguo alla chiesa dedicata a S. Francesco Saverio e fa parte del complesso dei Gesuiti collegato direttamente alla chiesa di S. Ignazio. Sopra l’altare centrale c’è un’immagine molto antica della Madre di Dio e lungo le pareti sono rappresentati vari simboli biblici, attributi di Maria. Nel marzo 1779 mons. Marcucci vi predicò gli esercizi spirituali alle dame e principesse romane e di essi rimane il testo autografo.
3 Chiesa e convento francescano dei Santi Apostoli
Papa Clemente XIV volle che i suoi confratelli ospitassero mons. Marcucci nel loro convento dei Santi Apostoli attiguo alla chiesa omonima in occasione della sua elezione a Vicegerente. Egli giunse a Roma domenica 20 febbraio 1744 e si trattenne qui fino al 2 marzo, quando gli fu assegnato il Palazzo della Vicegerenza. La chiesa dei Santi Apostoli, risalente al sec. VI e considerata per molto tempo cappella personale della ricca e potente famiglia dei Colonna, ha il frontone adornato dalle statue del Cristo e dei dodici Apostoli che risalgono alla seconda metà del ’600. All’interno si trova la Tomba di Clemente XIV del Canova (1783-87).
4 Chiese del SS. Nome di Maria e di S. Maria di Loreto
Si trovano appaiate in prossimità dei Fori Imperiali ed ispirarono mons. Marcucci nella costruzione della chiesa dell’Immacolata ad Ascoli Piceno. La chiesa di S. Maria di Loreto è costituita da un grande dado basamentale in laterizio e travertino, permeato dell’architettura bramantesca del primo Cinquecento, e dalla cupola ottagonale realizzata da Jacopo della Quercia nella seconda metà dello stesso secolo. La chiesa del SS. Nome di Maria fu eretta nella prima metà del sec. XVIII su progetto di Antoine Derizet in forma tardo-barocca.
5 Chiesa dell’Aracoeli
La chiesa officiata dai Padri Minori Osservanti si erge sulla sommità settentrionale del colle Capitolino, dove sorgeva l’antico tempio di Giunone Moneta ed è famosa soprattutto per il Santo Bambino, una scultura in legno del Monte Oliveto purtroppo trafugata in anni recenti. Il giorno dell’Immacolata del 1775, nella chiesa ci fu la solenne processione. Nei Diarii romani si legge: “[…] chiudeva la processione la bella macchina arricchita di molti lumi, nella quale vedevasi la SS.ma Vergine rappresentata in una divota statua, e seguita con una torcia, da mons. Marcucci vescovo di Montalto, vicegerente di Roma, oltre del moltissimo popolo”. Oggi la “divota statua” dell’Immacolata, di scuola napoletana, è esposta sull’altare del SS. Sacramento, posto nella navata destra della basilica.
6 Chiesa di S. Maria del Pianto
La chiesa, situata in via dei Calderari in quella che era l’antica Piazza Giudea, si chiama così perché la tradizione vuole che agli inizi del XVII secolo un uomo fu accoltellato proprio dinanzi all’immagine della Madonna che cominciò a lacrimare copiosamente. Nel 1746 si trasferì qui la Confraternita della Dottrina della Fede che aveva lo scopo di curare l’insegnamento del catechismo in tutte le chiese romane. Benedetto XIV affidò ad essa anche la cura della formazione spirituale dei giovani con esercizi pii che si svolgevano la domenica mattina in chiesa. Mons. Marcucci fu presidente della Confraternita e, nel gennaio del 1782, quando si fece per la prima volta la processione solenne, vi partecipò portando la reliquia della SS.ma Vergine.
7 Chiesa di S. Salvatore in Lauro, detta anche dei Piceni
Sorge nei pressi di via dei Coronari. Alla fine del ‘600 la chiesa e l’attiguo complesso furono acquistati dall’Arciconfraternita dei Piceni che provvide al completamento della chiesa. Sull’altare maggiore troneggia l’immagine della Madonna, copia seicentesca dell’originale presente a Loreto. Su due cappelle laterali si conservano la pala di Cristo tra le braccia della Vergine del pittore di Comunanza Giuseppe Ghezzi e quella di S. Giuseppe con i Santi Gioacchino ed Anna dipinta da suo figlio Pierleone nel 1731. Di quest’ultimo, sempre dello stesso anno, è anche la pala S. Emidio e altri santi marchigiani conservata in sacrestia. Mons. Marcucci scelse questa chiesa per la sua consacrazione episcopale il 15 agosto 1770. La cerimonia fu presieduta dal cardinale Gian Francesco Albani assistito da mons. Giambattista Bruni, vescovo di Sabina, e da mons. Pier Paolo Leonardi, vescovo di Ascoli.
8 Chiesa di S. Maria in Campo Marzio e Monastero delle Benedettine
Oggi il monastero è sede degli uffici della Camera dei Deputati e la chiesa è officiata dai fedeli della Chiesa Orientale. Una caratteristica del monastero era quella di essere un centro di educazione per le giovanette della nobiltà. Mons. Marcucci frequentò questo ambiente, tra l’altro molto vicino al palazzo della Vicegerenza, e nel 1776 amministrò il battesimo e la cresima a due ebrei e a due turchi e presiedette la funzione della vestizione del sacro abito delle benedettine di alcune donne romane.
9 Piazza di S. Silvestro, convento delle Suore Francescane Urbaniste di S. Silvestro in Capite
La domenica del 22 gennaio 1775 mons. Marcucci presiedette la cerimonia della Professione religiosa di suor Maria Clementina dei Conti Magnoni di Ferrara, fatta tra le Francescane Urbaniste di S. Silvestro di cui rimane il discorso manoscritto. Nel 1873, con l’entrata in vigore della legge sulla soppressione degli Ordini Religiosi, le monache di S. Silvestro dovettero lasciare il convento che fu trasformato in edificio centrale delle Poste Italiane, ancora oggi in funzione.
10 Bosco Parrasio o Teatro degli Arcadi
Situato sulle pendici del Gianicolo, il complesso sorse nel 1725 come sede della celebre Accademia dell’Arcadia che accolse quei letterati che, contrapponendosi al “cattivo gusto” barocco, idearono uno stile espressivo che si rifaceva alla “semplicità pastorale” dell’antica Grecia e della Roma arcaica, per restituire alle forme della letteratura l’eleganza e la sobrietà smarrite. Mons. Marcucci, il primo agosto 1774, aderì all’Arcadia con lo pseudonimo di Partenofilo Gateate; nel luglio dello stesso anno, vi era stata ammessa con il nome di Teosebia Palladiana anche suor Maria Petronilla Capozi, la giovane concezionista del monastero di Ascoli distintasi per intelligenza ed erudita preparazione.
11 Basilica di S. Giovanni e Palazzo del Laterano
Il Palazzo del Laterano, oggi sede del Vicariato, era la residenza ufficiale dei Papi che fino al 1870 furono incoronati nella basilica. Dopo un terribile incendio, esso fu ricostruito dall’architetto Domenico Fontana incaricato nel 1586 da Papa Sisto V. Mons. Marcucci durante il periodo della Vicegerenza conferiva regolarmente in Basilica le ordinazioni generali ed amministrava nel Battistero il battesimo e la cresima ai neo-convertiti ebrei e mussulmani.
12 Basilica dei SS. Giovanni e Paolo
La basilica sorge sul pendio occidentale del Celio ed è dedicata a due soldati romani martirizzati, Giovanni e Paolo. Nella navata destra riposa il corpo di S. Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, con il quale mons. Marcucci intrattenne un’amicizia spirituale a partire dal luglio 1770. Diventato vicegerente, Papa Clemente XIV lo incaricò di presiedere il funerale del Santo, avvenuto il 19 ottobre 1775.
13 Colonna dell’Immacolata di Piazza di Spagna
A ricordo della proclamazione del Dogma dell’Immacolata, nel 1856 Pio IX fece erigere a Piazza di Spagna una colonna romana rinvenuta nel monastero di S. Maria della Concezione in Campo Marzio che sorregge la statua bronzea della Vergine. Sul basamento sono poste le statue dei profeti ed alcuni bassorilievi.